Non so dei vostri buoni propositi perchè non mi riguardano esiste una sconfitta pari al venire corroso che non ho scelto io ma è dell'epoca in cui vivo la morte è insopportabile per chi non riesce a vivere
la morte è insopportabile per chi non deve vivere
Lode a Mishima e a Majakovskij
tu devi scomparire anche se non ne hai voglia e puoi contare solo su te


Anobii

lunedì 3 ottobre 2011

se dici Pivara è Sarajevska, altrimenti Sarajevsko Pivo!

Prima sensazione: BLU. Apri gli occhi: VERDE. Quando sei dentro:GRIGIO.
Grigio come gli occhi senz'anima di chi osservi sott'occhio. Grigio come l'asfalto, lo stucco, il fiume. La strana confusione che ti crea la città nelle prime ore è difficile da spiegare. Nei nostri cervelli ciò che è bene è bene, ciò che è male è male, ma a Sarajevo no! Così dopo i primi attimi di fibrillazione generale l'occhio s'abitua e il grigio diventa il colore di sfondo. Ora è il BIANCO,quello dei marmi incisi. Passo delle ore a osservare, pensando che fotografare sarebbe macabro! Pian piano tutto ti entra dentro e inizi ad amalgamarti nella città, a imparare a digerire i cibi speziati ad abituare l'occhio ai colori sgargianti sfoggiati dalle donne islamiche e l'orecchio è quasi in trepidante attesa per il richiamo dei muezzin. Ho addirittura apprezzato l'estetica dei cimiteri. Damaschi, rame e stagno. ARCOBALENO. I fiori nelle vasche. FUMO. VETRI ROTTI. ROSE ROSSE. Son tornata più cinica che all'andata.

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